Parto da un commento lasciato dal Gattaccio qui stamattina, perchè, si sa, nessun discorso è mai davvero esaurito e ci sono mille spunti per continuare ad espanderlo.
Il vero problema è che noi non ascoltiamo, e mi metto anch’io nella folta schiera di sordastri che ascoltano solo l’inizio di una frase, che si sa già come va a finire. La colpa è anche di chi parla per frasi fatte, di quelli che, quando l’incontri, dicono “fa caldo, fa freddo”, si, insomma, discorsi da ascensore, che ti fanno sentire il bisogno di essere da un’altra parte, col teletrasporto.
Fortunatamente mi accorgo di questo limite e cerco di rimediare, ma credo che il vizio di presumere di conoscere ciò che l’altro ha da dire dipenda dalla presunzione di conoscere l’altro, il che è assurdo se pensiamo che già sarebbe un gran trionfo capire qualcosa di se stessi.
Continuando così, si finisce per non imparare nulla, accarezzando pensieri preconfezionati dalle supposizioni e dai pregiudizi di cui siamo pieni tutti, intelligenti e non, senza esclusione di colpi. Perfino quando adottiamo e condividiamo gli aforismi dei filosofi, degli scrittori o di altri personaggi, ribadiamo un nostro pensiero, senza contestualizzarlo e senza approfondire il concetto che il personaggio voleva esprimere veramente.
C’è troppo egocentrismo, troppa sicurezza, e sapete quando arriva le sveglia? Quando l’altro, si, proprio quello che credevamo di conoscere, ci fornisce la visione di fatti concreti, che rimettono in discussione tutta la storia.
Soluzioni? Umiltà.
Maria Antonietta BS
Non solo umità ma anche attenzione, perchè l’ascolto selettivo è una brutta bestia che si infila incosapevolmente.
E poi una cosa ho imparato nella vita…l’importanza della prima impressione. Quell’etichetta che ci viene messa al primo incontro (o che mettiamo noi agli altri), risulta incollata con l’attak e prima di riuscire a toglierla o modificarla ci vuole molto tempo e fatica….sia nel bene che nel male.
Noi siamo visti dagli altri non per quello che siamo ma per quello che gli altri proiettano di noi…
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Quella dell’etichetta, come la chiami tu, penso sia inevitabile. Tu sai che l’impressione che facciamo agli altri si gioca addirittura nei primi minuti di interazione?
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certo…per quello che l’ho sottolineato
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e bravo, si, fai sempre osservazioni intelligenti. Per l’esattezza, 5 minuti.
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Oltre all’umiltà, è necessario l’ascolto “attivo”. Ascolto che prevede soprattutto di abbattere i propri filtri e pregiudizi sviluppati in base alle esperienze. Essi sono i principali ostacoli ad accettare il fatto che l’altro abbia qualcosa da dire e che quel qualcosa possa avere rilevanza nel nostro modo di concepire l’esistenza. L’ascolto attivo è dialogo che si concretizza nel tentativo di capire il punto di vista altrui. Se non capiamo, la domanda “potresti ripetere… potresti spiegarmelo in altro modo?”, non è affatto stupida. Ciao, Piero 🙂
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Piero, i tuoi spunti sono molto stimolanti! Ascolto attivo! Mi piace, esiste anche nel linguaggio musicale questa definizione. E poi si, bisogna essere certi di aver capito, specie se si ha a che fare con persone conosciute da poco, non c’è nulla di male a chiedere di ripetere o chiarire.
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Umiltà .
Credo che in effetti l’umiltà sia un po’ il punto focale. La supponenza del sapere e del tutto mi è dovuto deriva proprio dalla mancanza di umiltà. Non è facile saper ascoltare. Pochi lo sanno fare veramente.
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E anche quelli che lo sanno fare, non sempre sono disposti.
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Dici che è per questo che ci sono tanti blog?
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Chissà. Credo che dietro ogni blogger ci siano motivi diversi per scrivere.
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Bé non è che se incontri uno puoi far discorsi approfonditi! Diciamo che li è quasi naturale tenere una certa distanza. Ma con persone che già si conoscono se c’è feeling allora se vuoi parlare è anche importante ascoltare! Poi dipende dai caratteri. Io ad esempio son schivo, non do facilmente confidenza agli sconosciuti.Ma compenso nei blog che leggo proprio perché è un modo pre ascoltare e confrontarsi.
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personalmente leggo molto su WP per assorbire il megliodi voi. L a tristezza della rete è appunto la mancanza di umiltà , il credersi tutti unici, geniali, scrittori da pulitzer. Non è così, quasi mai. ciauuu
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